Quest’ anno il mercato di m&a in Brasile sta continuando il trend del 2020, anno record e che ha chiuso con 1.151 transazioni. l’information tecnology da sola ha contato oltre 500 transazioni. Nel solo primo trimestre 2021 infatti ben 804 operzioni di m&a sono state concluse con un incremento di circa il 55% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. È stato il miglior semestre de gli ultimi dieci anni. Lo scenario ha guadagnato risalto anche tra le società quotate in borsa, con alcuni settori che potrebbero emergere entro la fine dell’anno. In termini di valori parliamo di un semestre che cuba 52 miliardi di dollari e supera il valore dell’intero anno precedente, pari a 46 miliardi. E in tema di mercato dei capitali la temperatura in Brasile è altissima, nel 2020 si sono quotate 27 aziende(record) e nel 2021 si sono già quotate 36 aziende (nuovo record) e 18 sono in lista di attesa entro fine anno. I tassi di interesse arrivati ai minimi storici durante la pandemia già sono al 6,25% con tendenza di ulteriore crescita quindi le aziende hanno bisogno di scambiare debiti più costosi con quelli più economici, aumentare la produttività per vincere la competizione. L’ipo per esempio consente loro di capitalizzare e, con ciò, hanno più forza per effettuare fusioni e acquisizioni. Una cosa tira l’altra. Sul. m&a gli investitori stranieri si sono beneficiati di un cambio molto favorevole per investire ma attenzione, perché quando À una azienda straniera che compra in Brasile le fusioni e le acquisizioni non sono sempre un buon affare.
Una questione centrale è quella culturale dove la sfida è assorbire culture simili senza perdere l’efficienza operativa. Mentre le imprese locali in questo momento legato alla crisi Covid, sopratutto le più grandi, sono rimaste con un approccio conservativo capitalizzandosi e, in un secondo momento, hanno catturato opportunità rilevando imprese che si erano indebolite a libello finanziario ma offrivano sinergie e o altri attivi d’interesse per aumentare le quote di mercato. L’information tecnology ha guidato nuovamente questo movimento di fusioni e acquisizioni ma in tendenza sul 2021 ci sono settori come il retail, in cui le aziende stanno crescendo non solo nel loro settore di attività ma stanno andando anche in altri settori, diversificando il loro portafoglio di servizi e prodotti, la salute, l’istruzione, l’agroalimentare e il fintech, settore che ormai gode di vita propria. Con l’arrivo dell’infrastruttura bancaria digitale, le innovazioni dei regolatori, il modello << finteche as a service>>, ha finito per ridurre le barriere all’ingresso per i nuovi player. Questo favorisce una crescente concorrenza nel settore, con più offerta di credito e, allo stesso tempo, di clienti. La Tim (da sola in Brasile ha oltre 55 milioni di clienti) ha aumentato la sua parte la sua partecipazione nella Banca digitale C6. Riversando in poco tempo oltre 3 milioni di clienti che hanno sottoscritto i servizi della banca digitale l’operatore telefonico italiano si trova già con il 3% di azioni in sua possesso. Ma il contratto che precede un aumento di partecipazione con la crescita dei volumi è stato contestato recentemente dalla banca e la TIM ha aperto una procedura di arbitrato che per fortuna in Brasile funziona molto bene e da certezza giuridica. L’accelerazione digitale ha creato nel primo semestre 22 operazioni di fintech con in testa la Nubank, baca digitale brasiliana valutata ormai oltre 30 miliardi di dollari secondo l’ultimo round di capitale in cui ha investito la Berkshire Hathaway di Warren Buffett La Banca ha emesso quest’anno più bancomat della principale e tradizionale banca brasiliana, la Itaù, e comprando il broker Easynvest, la piattarforma americana Justos Global e Spin Pay si avvicina alla quotazione al Nasdaq.